(NoveColonneATG) Roma – È difficile pensare che Cesare Cremonini potrebbe avere qualcosa in contrario se qualcuno, di questi tempi, gli proponesse un’aggiunta nel ritornello di “Marmellata #25”; in fondo, dopo Baggio e Senna, non sarebbe un’eresia dire che anche da quando Valentino Rossi non corre più, non è più domenica.
La penserà sicuramente così la moltitudine di fan del “Dottore”, del 46 per eccellenza, del pilota che, partito da Tavullia, ha rivoluzionato il modo di vivere il motociclismo.
Lo scorso 24 ottobre, erano in migliaia nell’ultima gara a Misano Adriatico, di fatto la pista casalinga di Valentino Rossi, una immensa onda gialla carico di amore, enfasi e commozione per l’ultima passerella del campione dei campioni.
Una folla unita dalla passione, da quella perpetua adrenalina con cui hanno avuto a che fare in questi anni, quando il Vale nazionale gran premio dopo gran premio scriveva la Storia, quella con la esse maiuscola, quella dove solo i migliori possono avere il diritto di lasciare il segno.
“È stato stupendo” recitava un enorme striscione sulle tribune, la sintesi totale di una carriera andata al di là di ogni umana immaginazione. Ma quel passato prossimo cela, inevitabilmente, un velo di malinconia, la tipica sensazione che accompagna gli addii al sapore di per sempre: niente più “Rossi c’è”, niente più sorpassi in curva all’ultimo respiro, niente più gare al cardiopalma e trionfi senza precedenti.
Quella di Misano non è stata la sua gara più avvincente, è vero, ma senza dubbio quella che Valentino conserverà nel cassetto dei ricordi per l’eternità: per i riconoscimenti, per quell’ultimo saluto, per quella marea umana luminosa come l’energia contagiosa sprigionata da Rossi in tutti questi anni vissuti veloce come il vento, per la bandiera a scacchi che sventola sulla sua carriera.
E, con quello sventolio, è arrivato il momento di fare i conti. “Ci sono ancora due gare (Portimão in Algarve e Valencia, ndr) ma è stato talmente bello che io alle ultime due forse non ci vado”, ha detto Rossi al termine del GP di Misano Adriatico.
Realtà? Finzione? L’ennesimo colpo di teatro, di quelli a cui ha abituato il mondo intero nel corso di questi anni, da parte di un artista dei motori e dei chilometri orari?
Le ipotesi sul suo futuro si sono iniziate a fare già da parecchio: la più accreditata è senza dubbio quella delle quattro ruote, nell’Endurance con auto GT, ma chissà che non si possano prospettare altre opportunità da qui ai mesi in arrivo.
Non solo sport, perché il “Dottore” nel prossimo futuro diventerà padre per la prima volta, come annunciato lo scorso agosto attraverso i propri canali social. L’unica certezza è che, sfilato per l’ultima volta il casco, di Valentino Rossi resterà la leggenda, quella vissuta dal pilota in prima persona e poi da tutte le migliaia di persone che c’erano dietro quelle parole, “È stato stupendo”.