Il Bologna di Saputo e Tacopina promosso in Serie A

15:20 10 Giugno 2015

Ansa – La società voleva il ritorno nella massima serie al primo tentativo, era il minimo dichiarato dal Bologna americano. Ma solo dopo una B conclusa al quarto posto e una sofferenza prolungata fino a giugno nei playoff contro Avellino e Pescara, Joe Tacopina e Joey Saputo possono dire di aver capito la difficoltà del calcio italiano, lanciarsi sul mercato e costruire la squadra che hanno promesso alla città. L’avvocato newyorchese e il magnate canadese, con il papà ‘Lino’ da Montelepre in Sicilia, si sono affacciati nella storia rossoblù dalla notte tra il 13 e il 14 ottobre.

La firma davanti al notaio fu di Tacopina e fu l’atto di liberazione dalle ristrettezze economiche della precedente gestione di Albano Guaraldi, imprenditore edile in carica dal 2011 che l’anno scorso non era riuscito ad evitare la retrocessione.

A inizio stagione le premesse (e le promesse) per il nuovo campionato non erano eccellenti, la contestazione contro Guaraldi proseguiva da mesi, e da settimane erano in ballo due opzioni: una possibile ricapitalizzazione da parte del socio di minoranza Massimo Zanetti, leader della Segafredo, oppure la cessione alla cordata messa insieme da Tacopina. Già vicepresidente della Roma, il legale aveva provato a prendersi il Bologna anche nel 2008, senza successo. Alla fine il corteggiamento americano ha prevalso e a stagione iniziata squadra e città hanno iniziato a fare i conti con nuove prospettive e un nuovo stile.

Un mix di comunicazione, con comparsate di Tacopina un po’ ovunque, trovate per rilanciare il brand, voglia di sognare in grande: il tutto sostenuto dai dollari di un uomo, Saputo, che alcune classifiche danno tra i 300 più ricchi del pianeta grazie ad un impero costruito su mozzarelle e latticini in genere.

A puntellare il progetto sono arrivati come club manager l’ex Marco Di Vaio, che in Canada aveva giocato proprio con i Montreal Impact fondati da Saputo, l’ex giallorosso Claudio Fenucci come ad, Pantaleo Corvino a guidare il settore tecnico, mentre la carica di presidente onorario è stata data a Giuseppe Gazzoni, l’uomo della doppia promozione in due stagioni a metà anni ’90.

Piani stellari hanno dovuto però confrontarsi con un campionato di B fatto di realtà molto terrestri, ma non per questo meno dure da affrontare, come Carpi e Frosinone, ‘provinciali’ ben congegnate e promosse direttamente in A, entrambe vittoriose sui rossoblù al ritorno. Proprio dopo la sconfitta coi laziali si è chiuso il rapporto con l’ultimo rimasto dalla gestione precedente, il tecnico Diego Lopez. Esonerato l’uruguaiano, per le ultime tre giornate e per i playoff la squadra è stata affidata all’esperienza di Delio Rossi, che ha un’opzione anche per il prossimo anno. Un anno su cui, come sempre in una piazza che pone grandi aspettative, ci saranno grande tensione e l’attesa di qualche colpo di mercato che possa portare il Bologna là dove il suo pubblico lo vuole a gran voce: “Portaci, portaci in Europa, Tacopina portaci in Europa”, il coro intonato fin dai primi giorni dell”era americana’.

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