Calcio
15:53pm16 Gennaio 2018 | mise à jour le: 16 Gennaio 2018 à 15:53pmReading time: 4 minutes

L’Impact festeggia 25 anni di storia

Intervista a Pino Asaro, primo direttore generale della squadra

Da sin.: L’ex sindaco di Montréal Jean Doré; Joey Saputo; il commissario della APSL Bill Sage; Lino Saputo e Pino Asaro

Foto Impact de Montréal

Era il 10 dicembre del 1992 quando l’Impact di Montréal decise di “scendere in campo” e lanciarsi nella grande avventura del “soccer” professionistico nordamericano. L’anno seguente, il 1993, l’Impact avrebbe esordito nella APSL l’American Professional Soccer League.

L’annuncio venne fatto nel corso di una conferenza stampa tenutasi in un hotel del centro di Montréal alla quale erano presenti Lino Saputo Sr., il presidente, di allora e di oggi, dell’Impact, Joey Saputo, il commissario della lega Bill Sage, il sindaco di Montréal Jean Doré e il direttore generale della squadra Pino Asaro.

Il calcio professionistico faceva così ritorno a Montréal e questo subito dopo l’insuccesso della Lega canadese di calcio e della FC Supra.

Per sottolineare degnamente le “nozze d’argento” verranno organizzate diverse iniziative che si protrarranno per tutta la stagione e rievocheranno le fasi salienti del percorso dell’Impact: l’esordio nel 1993, i titoli vinti, le partecipazioni alla Champions League CONCACAF, l’inaugurazione dello Stadio Saputo (2008), l’ingresso nella MLS (2012) e la costruzione del nuovo Centro di allenamento Nutrilait.

 

Pino Asaro: «Un’esperienza meravigliosa!»

 

Dei primi passi dell’Impact, e della famiglia Saputo, nel mondo del calcio nordamericano ne abbiamo parlato con Pino Asaro che fu il primo direttore generale della squadra.

«Tutto nacque dalle “ceneri” della CSL (Canadian Soccer League) che nel 1992 – racconta – chiuse i battenti per motivi economici. Il “colpo di grazia” fu dato dal ritiro della squadra di Vancouver, che allora rappresentava l’élite della Lega, per iscriversi alla più prestigiosa APSL (American Professional Soccer League).

In quel momento io ero direttore generale della Supra, l’ultima squadra professionistica di Montréal, di proprietà di Frank Aliaga il quale, tra l’altro, era stato nominato anche presidente della Lega ad interim.

Aliaga mi chiese di informarmi su quali fossero le condizioni affinché anche Montréal potesse avere una squadra nella APSL. Preparai un business-plan, glielo presentai ma i costi erano troppo elevati. Aliaga decise di lasciar perdere ma l’allora commissario della APSL, Bill Sage, mi chiese, invece, di “capire” se a Montréal ci fosse qualche azienda interessata ad entrare nel mondo del calcio professionistico, ritenendo Montréal una piazza importante.

La prima telefonata che feci fu a Joey Saputo. Il Gruppo Saputo era tra gli sponsor principali della Supra. Joey mi disse: “ne parlerò con mio padre e ti farò sapere”. Dopo un po’, siamo a fine ottobre-inizio novembre 1992, mi invitò ad esporre il “business-plan” davanti alla famiglia Saputo. Feci una presentazione basata sul futuro del calcio in Nordamerica, forte anche del fatto che nel 1994 i campionati del mondo di calcio si sarebbero disputati proprio negli Usa. Fu così che il Gruppo Saputo decise di entrare nel mondo del calcio ed io fui nominato direttore generale.

Il mio, enorme, compito fu di assumere tutto il personale: dall’allenatore, Eddie Firmani, ai giocatori tra cui, ad esempio, l’ex bomber del Vicenza e della Sampdoria Nicola Zanone, al personale tecnico. Dovevo gestire quasi 40 persone tra calciatori e staff tecnico. Grazie ai contatti che avevo riuscii a portare la squadra, per il ritiro precampionato, a Montecatini. Memorabile fu la visita al Centro tecnico della Nazionale italiana a Coverciano. Poi, il 14 maggio del 1993, ci fu l’esordio in trasferta nel campionato APSL. La settimana dopo la prima storica vittoria in casa del club.

Per quanto riguarda la scelta del nome ne volevamo uno che simboleggiasse lo sforzo della famiglia e dell’azienda Saputo per sostenere il calcio professionistico a Montreal e nel Québec; la scelta del nome “Impact” fu una scelta collegiale mentre per i colori scegliemmo quelli del Québec, il bianco e il blu, ai quali aggiungemmo il nero per dare un tocco in più.

Sono stato direttore generale per due anni, il 1993 e il 1994, anno in cui vincemmo il campionato. Ci siamo lasciati in ottimi rapporti e sarò sempre grato, a nome di tutti gli sportivi di Montréal, per tutto ciò che la famiglia Saputo ha fatto per garantire la continuità e il progresso del calcio a Montréal».

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