Pierpaolo Filosa/ItaliaChiamaItalia – Il mondo del calcio piange la scomparsa di Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelè, che saluta il suo Brasile e il mondo all’età di 82 anni, per molti, il numero uno di questo fantastico sport.
Pelè ha salutato il suo Brasile e il mondo dopo aver combattuto per diverso tempo la sua partita più difficile, quella contro un tumore al colon per il quale era stato operato nel settembre 2021.
Il calcio nel sangue (suo padre Dondinho aveva giocato nella Fluminense), cresciuto nella povera Bauru, quello che un giorno sarebbe diventato O’ Rei (do Futebol) si guadagnava da vivere pulendo scarpe, fino a quando l’ex Nazionale brasiliano Waldemar de Brito non lo notò, spingendolo a fare un provino per il Santos. E l’allora 15enne Edson non ci mise molto a far capire di essere un predestinato.
Pelè – un soprannome che gli era stato affibbiato da bambino, per quella sua incerta pronuncia, quando parlava del suo giocatore preferito, il portiere del Vasco da Gama Bilé – dopo una stagione nelle giovanili, il 7 settembre 1956 debutta in prima squadra e va subito in gol: a 16 anni diventa il capocannoniere del campionato paulista e per lui arriva anche la chiamata in Nazionale.
Il resto è storia. Pelè ha incantato il mondo con il suo gioco e con i suoi gol. Jair Bolsonaro, presidente uscente del Brasile, su Twitter ha cinguettato: “Attraverso il calcio, ha portato il nome del Brasile nel mondo. Ha trasformato il calcio in arte e gioia”. “Che Dio conforti la tua famiglia e ti accolga nella sua infinita misericordia”, ha aggiunto Bolsonaro, postando una foto di Pelè con una maglia che gli aveva dedicato.
Platini: “Era il Dio di questo sport”
“Era il Calcio, la storia del calcio, la scoperta del calcio, tutto il calcio. Nel 1970 avevo 15 anni ed ero cresciuto con la sua figura nel mio immaginario. Mio padre mi aveva parlato di Pelé, e a scuola mi firmavo ‘Peléatini’”.
“Anche se non sempre lo abbiamo visto giocare, abbiamo sempre parlato di lui. Non era più un uomo, non era più un calciatore, era il Dio del calcio. Sono molto, molto commosso. È la mia vita. Questa è la mia storia. È Pelè. Sono i miei sogni. Ho visto i suoi gol, le sue imprese e non ho mai dimenticato la sua Coppa del Mondo del 1970”, ha chiosato Platini.
Ronaldo: “Unico, geniale, perfetto”
“Unico. Geniale. Tecnico. Creativo. Perfetto. Senza pari”. Cosi’ Ronaldo ‘fenomeno’ ricorda Pele’, con un tweet. “E’ arrivato in cima, al top, e li e’ rimasto senza mai lasciare la vetta. Ma lui lascia oggi noi: il re del calcio, il più grande di sempre”. “Il mondo è in lutto; la tristezza della separazione è mista all’orgoglio della storia che è stata scritta”.
E poi ancora, in un altro tweet: “Che privilegio aver giocato dopo di te, amico mio. Il tuo talento è una scuola che ogni giocatore dovrebbe frequentare. La tua eredità trascende le generazioni. Ed è così che continuerai a vivere. Oggi e sempre, ti festeggeremo. Grazie Pelè. Riposa in pace”.
Vasco Rossi: “Leggenda immortale”
“Addio a ‘O Rey’, una leggenda immortale. Mi è capitata la sua citazione che è lo specchio di un vero campione. ‘Il successo non è un caso. È duro lavoro, perseveranza, apprendimento, studio, sacrificio e, soprattutto, amore per ciò che stai facendo o imparando a fare’. Pelè”. Così Vasco Rossi ha ricordato su Facebook Pelè.