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18:38pm4 Novembre 2022 | mise à jour le: 7 Novembre 2022 à 19:56pmReading time: 6 minutes

Insieme verso la Coppa Grey

Insieme verso la Coppa Grey
Photo: Foto Minas Panagiotakis - Alouettes de MontréalDanny Maciocia

Intervista a Danny Maciocia, direttore generale e allenatore delle Alouettes di Montréal.

Dopo aver battuto domenica 6 novembre allo Stadio Molson per 28 a 17 i Tiger-Cats di Hamilton nella semifinale della Divisione dell’est, Les Alouettes di Montréal troveranno sulla loro strada gli Argonauts di Toronto (primi in classifica nella stagione regolare) per la finale dell’Est. La gran finale della Coppa Grey è prevista per il 20 novembre contro la vincente della Divisione Ovest.

Al timone delle Alouettes c’è Danny Maciocia, l’allenatore più vincente della storia del football canadese che in questi ultimi tempi riveste il doppio incarico di direttore generale e allenatore.  A pochi giorni dalla finale abbiamo chiesto al ‘Mister’ come valuta la stagione finora disputata e come la squadra si sta preparando a questo importante appuntamento.

«Non è stata una stagione “normale” nel senso che – spiega Danny Maciocia – l’ho iniziata con il ruolo di direttore generale e la sto finendo, speriamo il più tardi possibile, anche con quello di allenatore. Il campionato è iniziato male, ci sono state diverse sconfitte, dopo le prime 4 partite del campionato abbiamo fatto dei cambiamenti, sono tornato allenatore e nelle ultime 10 partite ne abbiamo vinte 7 e perse 3 qualificandoci, con la possibilità di giocare la semifinale in casa, per i playoff».

 

Quali sono le prospettive per arrivare fino in fondo? La squadra è in salute?

«Mentalmente stiamo bene. È chiaro che a questo punto della stagione abbiamo perso qualche giocatore per infortunio ma anche le altre squadre li hanno persi. Credo che fisicamente e mentalmente i giocatori disponibili si trovano in un buon momento. Esistono le possibilità non solo per vincere la partita di domenica ma anche per andare più lontano. A questo punto della stagione rimangono 4 squadre e tutte e 4 sono attrezzate per vincere il campionato. Ci aspettano un paio di settimane davvero interessanti».

 

Se le squadre si equivalgono cosa può fare la differenza?

«Ci vuole sempre – sottolinea il ‘Mister’ – anche un pizzico di fortuna! In effetti si gioca sui dettagli, tutte le squadre hanno delle ottime qualità, alla fine penso che vincerà la squadra che sarà più opportunista e noi cercheremo di esserlo».

 

Come si prepara una partita così importante? Cosa dice ai suoi giocatori prima di scendere in campo?

«Non credo che devo parlare loro dell’importanza della partita perché se lo devo fare – ride Danny – abbiamo un problema! A questo punto guardiamo i filmati, analizziamo i punti di forza e gli eventuali punti deboli delle altre squadre, studiamo gli schemi, i nostri e i loro, e cerchiamo di mettere i nostri giocatori in una situazione che pensiamo sia quella vincente, quella migliore per esprimere il nostro gioco».

Danny Maciocia: “Un buon giocatore deve essere preparato fisicamente e mentalmente”

È meglio fare il direttore generale o l’allenatore?

«Bella domanda», esclama Danny Maciocia. «Una cosa è certa: difficile fare tutti e due! Sono 26 anni che faccio l’allenatore. Sono stato abbastanza fortunato a vincere diversi titoli. Ma oggi quello che mi interessa di più è il ruolo di direttore generale perché in quel ruolo puoi costruire una squadra. Puoi costruirla per l’oggi e per gli anni a venire. La situazione purtroppo quest’anno era differente, richiedeva questo mio doppio ruolo ma alla fine del campionato, sperando che si possa alzare la Coppa Gray, tornerò ad occupare solo il posto di direttore generale e troveremo un altro bravo allenatore.

A questo punto della mia carriera voglio costruire. Spero che avrò l’opportunità di farlo in questo ruolo insieme alle varie componenti della squadra: i giocatori, gli allenatori e la società, per costruire una squadra dalla cultura e dalla mentalità vincente, sul terreno e fuori».

 

Il mondo del football è cambiato in questi 26 anni? Come sono i giocatori di oggi rispetto a quelli di 25 anni fa?

«Molte cose sono cambiate tanto nel football che negli altri sport che nella nostra società. I giovani di oggi sono diversi da quelli che allenavo nel 1996. In quel periodo, quando parlavo ad un giocatore gli spiegavo quello che doveva fare e lo faceva senza fare domande. Oggi, quando chiedi ad un giocatore di fare uno schema o un altro movimento ti devi sempre aspettare la domanda: perché? Oggi i giocatori sono molto più “informati e svegli” di ieri. Sono anche molto più preparati fisicamente e “specializzati perché ci sono gli assistenti allenatori per la difesa, quelli per l’attacco e così via».

 

Che qualità deve avere oggi un giocatore per emergere?

«È chiaro che deve avere delle qualità di base come il talento per questo o quel ruolo e la prestanza fisica perché è uno sport molto esigente dal punto di vista fisico. Ma direi soprattutto la forza mentale. È essenziale averla perché è ciò che ti permetterà di fare la differenza per vincere le partite e ritagliarti un ruolo importante all’interno della squadra. In altre parole è importante tutto quello che succede “tra le due orecchie”, soprattutto in questo periodo della stagione in cui affiora la stanchezza. Devi essere pronto ad affrontare la competizione tanto fisicamente che mentalmente».

Danny Maciocia prepara la partita con i suoi giocatori

Come si fa a tenere “tranquillo” uno spogliatoio di 50-60 giovani giocatori?

«Noi ne abbiamo in tutto 67. 45 sono selezionati per la semifinale. Sono veramente tanti: 67 personalità e 67 caratteri differenti. Dico sempre che la chiave per avere una buona squadra è la comunicazione. Certe volte puoi parlare al gruppo, altre, e capita spesso in una giornata, è meglio avere delle conversazioni individuali. Tutti i ruoli sono importanti all’interno di una squadra, anche chi sta in panchina. L’allenatore vuole essere sicuro che quando il giocatore viene chiamato in causa sia pronto per giocare, sia pronto a cogliere le sue occasioni».

 

Ripercorriamo i momenti salienti della sua carriera di allenatore

«Ho vinto due Coppe Grey (campionato canadese LCF) con gli Eskimos di Edmonton nel 2003 e nel 2005 battendo in finale proprio Les Alouettes. Ho vinto nel 2014 la Coppa Vanier (campionato universitario canadese) nel 2015 con i Carabins  dell’Université de Montréal e il campionato italiano nel 1998 e 199 con i Lions di Bergamo. Grandi soddisfazioni perché sono il primo allenatore quebecchese a vincere una Coppa Grey e il primo allenatore canadese a vincere Coppa Grey e Coppa Vanier. Ma la mia più grande soddisfazione, e ciò che dico spesso, è che tutti questi successi sono stati realizzati grazie al sostegno della mia famiglia, di mia moglie, delle mie tre figlie, dei miei genitori, dei miei fratelli e dei miei amici. È un successo che non si può realizzare da soli ma si realizza in famiglia e di questo ne sono molto riconoscente».

Mai pensato ad andare ad allenare una squadra della NFL?

«Ho avuto un paio di offerte, anche negli ultimi due anni. Ma qui mi trovo bene, sono a casa mia e voglio contribuire a far crescere questa società. Ho già passato 9 anni ad Edmonton. Se un domani si presenterà un’altra opportunità ancora più interessante vedremo, per ora – conclude ‘Mister Maciocia’ – sono concentrato sul finale di stagione e invito il pubblico a venire allo stadio per sostenerci».

 

 

 

 

 

 

 

 

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