GINEVRA\ aise\ – Sono 29 gli atleti rifugiati che parteciperanno alle prossime olimpiadi di Tokyo. Dopo anni di allenamento, i 29 atleti gareggeranno in 12 sport olimpici, inviando al mondo un potente messaggio di solidarietà e speranza e creando ulteriore consapevolezza della condizione di oltre 80 milioni di persone costrette a fuggire in tutto il mondo.
Grazie alle borse di studio del Comitato olimpico finanziate dalla Olympic Solidarity, 56 atleti di 13 diverse nazionalità si sono allenati per entrare nella squadra. I 56 atleti venivano da 21 paesi ospiti – Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Croazia, Egitto, Francia, Germania, Israele, Giordania, Kenya, Lussemburgo, Portogallo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Trinidad e Tobago, Turchia, Svezia, Svizzera e Regno Unito – e rappresentano 12 diversi sport: atletica, badminton, box, canoa, ciclismo, judo, karate, taekwondo, sport di tiro, nuoto, sollevamento pesi e wrestling.
Tra questi 56, ne sono stati scelti 25 cui poi si è aggiunta la squadra di judo per un totale di 29.
L’acronimo ufficiale della squadra sarà – come nel 2016 – EOR, dal nome francese “équipe olympique des réfugiés”.
Alla cerimonia di inaugurazione, il team uscirà per secondo, subito dopo la squadra greca. A guidare l’Eor sarà Tegla Loroupe, affiancata da Olivier Niamkey del Cio e da Stephen Pattison dell’Unhcr.
“Sono felice di potermi congratulare con ciascuno degli atleti che sono stati nominati nella squadra olimpica dei rifugiati di Tokyo 2020”, ha detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi, il quale è anche vice presidente della Fondazione Olimpica per i Rifugiati (ORF). “È un gruppo eccezionale di persone capaci di ispirare il mondo. L’UNHCR è incredibilmente fiera di sostenerle mentre gareggiano alle Olimpiadi di Tokyo. Sopravvivere alla guerra, alla persecuzione e all’ansia dell’esilio li rende già persone straordinarie, ma il fatto che ora eccellano anche come atleti sulla scena mondiale mi riempie di immenso orgoglio”.
La squadra, ha aggiunto, “è la dimostrazione di ciò che è possibile quando ai rifugiati viene data l’opportunità di sfruttare al massimo il loro potenziale. Questi atleti incarnano le speranze e le aspirazioni degli oltre 80 milioni di persone nel mondo che sono state sradicate dalla guerra e dalla persecuzione. Servono a ricordare che tutti meritano la possibilità di avere successo nella vita”.
Per vedere le schede degli atleti: