Per festeggiare i suoi primi 30 anni di carriera nel mondo della musica Marco Calliari si è regalato e regala ai suoi ammiratori un nuovo album intitolato “Calliari Bang! Bang!”.
Il lancio del nuovo disco avverrà il 28 gennaio (17-19) alla Casa d’Italia. Per l’occasione verrà anche inaugurata una mostra di documenti d’archivio, foto, oggetti vari e strumenti appartenenti all’artista.
Insieme a Marco Calliari abbiamo ripercorso i momenti più significativi della sua carriera.
«Sono tanti – spiega il cantautore – ma non posso non iniziare dalla mia prima band, “Anonymus”, creata a 14 anni insieme ai miei compagni di scuola, un cileno e due spagnoli, e “specializzata” nella musica heavy-metal. È stata forse la prima band a fare questo genere di musica in francese e poi in spagnolo, italiano e inglese per “rispettare” tutte le nostre lingue. La band esiste ancora ma io l’ho lasciata definitivamente dopo 17 anni, nel 2006, dopo che nel 2004 avevo pubblicato “Che la vita”, il mio primo cd in solo di canzoni in italiano. Pensavo di vendere solo una cinquantina di copie tra amici e famiglia, invece l’ambiente quebecchese francofono mi ha letteralmente adottato. Ho avuto un successo insperato, sono stato invitato a varie trasmissioni televisive e a numerosi festival di “world-music” e da lì è nata la decisione difficile, ma in cuor mio sapevo che sarebbe stata giusta, di dedicarmi alla mia nuova passione, la musica italiana rivisitata in una chiave diversa, la mia, ma sempre nel rispetto delle tradizioni musicali e strumentali.
Ora sono arrivato al sesto cd e tutti questi dischi mi hanno portato a fare delle tournée un po’ ovunque nel mondo: negli Usa, in tutto il Canada, in America Latina ma soprattutto in Italia dove sono nate delle bellissime collaborazioni. Ogni anno cerco di far venire degli artisti dall’Italia per condividere insieme il palco e la musica e questa apertura, forse, è la cosa di cui sono più fiero anche per far scoprire ai quebecchesi gli artisti originari del Paese dei miei genitori che sono emigrati a Montréal nel 1961».
Un cocktail di collaborazioni
«E così arriviamo a questo “Calliari Bang! Bang!” – continua l’artista – che vuole essere un omaggio ai miei 30 anni di carriera. In 14 brani ho provato a fare una sintesi. Ogni canzone contenuta nel nuovo cd ha una sua ragione di farne parte. Ad esempio ho continuato negli omaggi ai cantautori e alle canzoni italiane che mi hanno più influenzato dal punto di vista musicale. Ho ripreso e reinterpretato “L’Avventura” di Domenico Modugno che apre il cd; poi la famosa “Azzurro” scritta da Paolo Conte e portata al successo da Adriano Celentano e c’è un omaggio anche a Fabrizio De André, che reputo uno dei più grandi poeti italiani, con la canzone “La ballata dell’amore cieco”.. Ho ripreso anche “O’ Sarracino” di Renato Carosone al quale devo tantissimo anche perché le sue canzoni che ho proposto nei miei cd precedenti hanno sempre avuto un grande successo e “Guarda che luna” di Fred Buscaglione, un altro grandissimo interprete.
Nella canzone “La maledetta macchina”, invece, ho voluto rendere omaggio alla canzone quebechese tradotta in italiano come fatto nel mio album “Mi ricordo”. Ho ripreso la canzone “La maudite machine” scritta dal gruppo “Octobre” nel 1974, l’anno della mia nascita. Il 28 gennaio saranno insieme a me e agli altri musicisti sul palco della Casa d’Italia e sono proprio curioso di vedere la loro reazione.
In “Calliari Bang! Bang!” ci saranno però anche dei nuovi brani scritti in collaborazione con altri artisti italiani come “Braccio forte” scritta insieme a Beppe Voltarelli e dedicata a mio nonno Michele che durante la Prima Guerra mondiale perse un braccio. Questo handicap, però, non gli impedì di emigrare dalla Puglia a Milano e di far crescere una famiglia di 9 figli, per me è stato un vero “eroe”. L’altra canzone di cui vogli parlare è “Celestina”, dedicato a mia zia, la più anziana delle sorelle di mio padre che abita in un convento a Torino. Fu l’unica a non emigrare in Canada per ragioni di salute ed io mi sono sempre chiesto come si è sentita sua madre, mia nonna, a vivere con una figlia lontana; ma lei ha sempre vissuto bene ed oggi ha quasi 80 anni.
Infine c’è la “Pizzica Matta”, frutto di una collaborazione con Voltarelli, con i Matti delle Giuncaglie e con Carmelo Ciminelli del gruppo lucano “Radio Lausberg” cher verrà a Montréal per la prima volta in giugno.
Ogni tanto nel cd si sente anche un po’ di musica “heavy –metal” suonata dal mio ex gruppo. Insomma, si tratta veramente di una collaborazione musicale ad ampio raggio; in questo album c’è tanta apertura e generosità perché i miei 30 anni di musica sono sempre stati così, aperti, generosi e condivisibili».
Per informazioni: www.marcocalliari.com