“Il Teorema della felicità”, di Luca Fortino, nei Cinema Guzzo da venerdì 3 febbraio
In questi giorni in cui Montréal rabbrividisce dal freddo, un bel raggio di sole cinematografico proveniente direttamente dalla splendida Sicilia, semina con i suoi personaggi pieni di umanità, un po’ di calore, di ottimismo ma soprattutto ci regala gli indizi giusti per trovare la strada che porta alla felicità.
Stiamo parlando del film “Il teorema della felicità”, di Luca Fortino, una coproduzione italo-canadese che vede come interpreti Andrea Tidona, nel ruolo del nonno; Orio Scaduto e Anna Attademo, in quello dei genitori; Francesco Russo e il giovanissimo talento Antonio Tancredi Cadili, per la prima volta sullo schermo, in quello dei figli, e Marie-Ange Barbancourt, nella doppia veste di produttrice principale del film e di turista canadese che cerca di uscire da una forte depressione.
Ambientato a Palermo nel marzo del 2020, quando l’Italia si appresta a entrare nel lockdown a causa della pandemia, Antonio, un bambino di nove anni, continua a incontrarsi con il nonno Giuseppe, di professione puparo. Nino, il papà di Antonio e figlio di Giuseppe, fa il ristoratore e subisce in pieno la crisi in cui sprofonda il settore a causa della pandemia. Inoltre, da anni non parla più con suo padre, al contrario di Antonio che adora ascoltare i racconti del nonno e dal quale impara tante cose, compreso il segreto per spargere la felicità, un segreto che cerca di condividere anche con il fratello Ciccetto attraverso dei video diffusi sui media sociali.
In questo contesto si inserisce Yvonne giunta dal Canada per curare la sua depressione dovuta alla morte del figlio e del marito e alle prese con un “fidanzato” scroccone e un altro figlio con cui non comunica più da anni. L’incontro con Antonio e con il suo carattere positivo, capace di trovare del buono in ogni situazione, gioverà a Yvonne, così come allo stesso quartiere, contagiato dal benessere che diffonde il bambino che si è dato come missione di riportare la gioia di vivere nel suo quartiere. Ma anche Antonio nasconde un piccolo-grande segreto…
La prima del film
Mercoledi 1° febbraio, presso una delle sale del Cinema Guzzo del Marché Central, si è tenuta, accolta dagli applausi, la prima mondiale del film, alla presenza dei produttori, del regista e di alcuni degli interpreti.
Nello svelare le sue sensazioni poco prima della proiezione del film il regista Luca Fortino ha detto di sentirsi emozionato ma felice ed anche un po’ ansioso di vedere la reazione del pubblico: «Abbiamo fatto questo film con tanto amore – spiega – e speriamo che ciò si percepisca anche perché lo abbiamo fatto – aggiunge ridendo – per portare la felicità a tutti.
L’idea del film è nata dal fatto che vivendo un momento molto difficile come quello della prima pandemia, abbiamo pensato di trasmettere qualcosa che andasse in direzione opposta e quindi che parlasse di felicità. Il film è stato girato proprio durante il periodo della pandemia con tutte le difficoltà del caso e portato a termine nel momento in cui le misure restrittive imposte dal Governo si sono alleggerite. Ma al di là delle difficoltà oggettive incontrate a causa della pandemia è stato un piacere girarlo a Palermo perché è una città che ha il suo fascino e perché i palermitani sono molto calorosi.
Un’altra cosa interessante, aggiunge Luca Fortino – è che il film è una coproduzione italo-canadese nata da un precedente incontro con la produttrice principale Marie-Ange Barbancourt, per un altro progetto cinematografico che poi ha rallentato proprio a causa della pandemia. Ma in quel momento abbiamo deciso di non fermarci. Siamo rimasti ottimisti e l’ottimismo è scaturito proprio dalla nostra determinazione a realizzare un’opera cinematografica che parlasse appunto di ottimismo, di felicità, e che fosse un messaggio di ripartenza e di speranza per il futuro».
L’importanza dei nonni
Una delle figure principali del film è quella del nonno che dispensa preziosi insegnamenti di vita. Quanto è importante oggi tale figura?
A questa domanda non poteva che rispondere l’attore Andrea Tidona che interpreta nonno Giuseppe: «Al di là di quella del film, la figura del nonno – afferma – è fondamentale perché fa da baysitter, aiuta con la pensione, si rende disponibile. Se non ci fossero i nonni alcune famiglie non saprebbero come fare, metà delle famiglie italiane sarebbe in crisi perché i bambini non avrebbero nessuno con cui stare. Rappresenta un vero sostegno economico e familiare anche perché la situazione è molto complicata. L’Italia tutto sommato fino a 10-15 anni fa era un Paese che dava l’impressione di una certa ricchezza, adesso non è più cosi».
Anche la produttrice e attrice Marie-Ange Barbancourt si è detta molto contenta di aver partecipato a questa avventura proprio per «portare un po’ di felicità a tutti. Lavorare in Sicilia – ha aggiunto – è stato un vero “bonheur”».
La cultura dei mie genitori
Poco prima della proiezione del film c’è stato il saluto, oltre che del cast e dei produttori, anche di Vincenzo Guzzo che, attraverso Cinémas Guzzo les Films, distribuisce il film in Canada: «Per me – ha detto – è sempre un piacere e un onore per portare un po’ della cultura dei miei genitori qui in Canada. Abbiamo fatto, con il produttore, diversi viaggi a Los Angeles, all’American Film Market, per incontrare i produttori e le case di produzione italiane, per esplorare la possibilità di portare anche in Canada dei buoni film italiani e sono contento perché “Il teorema della felicità” è uno di quelli che mi è piaciuto di più. È un film che infonde un po’ di speranza nella vita, soprattutto in questi tempi di alti e bassi. Spero – ha concluso rivolgendosi agli spettatori – che questo film vi piaccia come è piaciuto a me».
E non possiamo non concludere con una battuta del film pronunciata dal piccolo Antonio Tancredi Cadili il cui talento e la cui carica di simpatia sono veramente prodigiosi: «Io non voglio aspettare di diventare felice, io voglio essere felice!»
Per orari e informazioni: https://www.cinemasguzzo.com/home.html