Johnny Pacelli e la “Cocktail Special Events”
C’erano una volta le feste delle associazioni, i banchetti, i balli, i matrimoni … Sembrano le prime righe di una bella favola, invece è stato l’inizio di un brutto incubo, quello del Covid-19 che ha spazzato via, da ormai più di un anno, anche l’industria dell’intrattenimento musicale.
Forse qualcuno si ricorderà di Johnny Pacelli e della sua “Orchestra Cocktail”, trasformatasi poi nella “Cocktail Special Events”. Al momento tutto è fermo a causa della pandemia ma, come dice Johnny, «dobbiamo tenerci pronti perché la musica riprenderà e noi saremo pronti per continuare a far ballare e divertire le persone».
Johnny, oggi 48enne, ha fondato la sua prima orchestra nel 1989: «L’ho fondata – racconta – con i miei amici di scuola per suonare durante le feste e i matrimoni, soprattutto nella comunità italiana. Sono cresciuto nelle sale per i banchetti. Mio padre Pietro, originario di Caiazzo, paesino della provincia di Caserta, era presidente dell’Associazione dei casertani di Montréal e mi portava a tutte le feste. Mia madre è quebecchese. Ho iniziato a suonare il basso a 12-13 anni. Volevo un complesso tutto mio per suonare e cantare in queste feste italiane e così a 18 anni ho fondato l’Orchestra Cocktail.
La musica italiana – prosegue Johnny – mi è sempre piaciuta. È un fatto ereditario. Mio padre era un grande appassionato di canzoni napoletane. Facevano parte della nostra vita. A quei tempi la musica che suonavamo durante i matrimoni era quasi tutta italiana.
Sono stati “anni d’oro”. Suonavamo ogni fine settimana, eravamo occupatissimi e la musica italiana e napoletana andavano fortissime. Siamo arrivati ad avere anche un’orchestra con 9 musicisti.
Poi, negli anni 2000 i gusti musicali sono iniziati a cambiare, ma è iniziata a cambiare anche la nostra società e la nostra comunità. Abbiamo dovuto “allargare” il nostro raggio d’azione ai matrimoni ed alle feste di altre comunità: portoghese, ebrea, greca, ecc.. È normale, il cambiamento fa parte della vita, bisogna accettarlo e prepararvisi. Dunque, meno musica italiana e più canzoni internazionali. Con il passare del tempo i giovani che si sposavano volevano “un’altra musica” e vogliono fare le cose diversamente rispetto a prima.
Noi ci siamo adeguati e così ho trasformato l’Orchestra Cocktail in Cocktail Special Events con soli tre elementi, io, Melody e Patrick, una formula più agile, un repertorio più vasto ed anche un dj. Per preparare bene le serate per me è fondamentale incontrare e discutere con i clienti dei loro gusti musicali, delle loro aspettative. Oggi non è più tempo di valzer, di canzoni napoletane, di tarantelle, delle canzoni dei miei “idoli” come Frank Sinatra o Dean Martin; è più tempo di musica latina, di merengue, di bachata, ma non fa niente, va bene lo stesso, l’importante è prepararsi!»
Ed, ora con la pandemia, com’è la situazione?
«Tutto si è fermato. Non suoniamo da più di un anno. Tutte le feste, purtroppo, sono state cancellate. Per il momento – spiega Johnny – siamo in stand-by. Nel frattempo ci stiamo preparando per la ripresa, per un ritorno alla vita normale, alla celebrazione dei matrimoni con gli invitati, alle feste, ai banchetti. Mi tengo in allenamento nel mio studio di musica, preparo il nuovo repertorio, i nuovi arrangiamenti; le feste torneranno e una cosa è sicura: “Johnny Cocktail” – mi conoscono più con questo soprannome che con il mio vero nome – ed il suo gruppo saranno pronti a riprendere non appena sarà possibile!».