Il progetto 2.0 di Nella Sammartino
di Fabrizio Intravaia, con la collaborazione di Clara Loiseau/Informateur R.d.P.
Lavoro di memoria, di condivisione e di storia: la fotografa Nella Sammartino, residente a Rivière-des-Prairies, racconta la vita degli immigrati italo-montrealesi utilizzando le reti sociali, in modo da coinvolgere le nuove generazioni e riconnetterle alle loro radici.
Immergendosi dapprima nella storia della sua famiglia, Nella Sammartino ha deciso di utilizzare la sua creatività ed i media sociali per ridare vita ai ricordi di quanti hanno lasciato l’Italia dopo la Seconda Guerra mondiale per emigrare a Montréal.
Quando Nella, 41 anni fa, è arrivata a Montréal con i suoi genitori aveva appena sei mesi. «Siamo originari – racconta – di Licodia Eubea, un piccolo paesino di 3000 abitanti in provincia di Catania. Il resto della famiglia è in Sicilia ma siamo rimasti sempre molto legati, ci andavamo e ci andiamo spesso, ci passavamo tutta l’estate.
Ho fatto i miei studi in francese e poi ho iniziato a lavorare come contabile. Ma otto anni fa, quando è nato mio figlio, ho deciso che non volevo più stare in ufficio fino a tardi la sera. Volevo dedicargli più tempo. Così, visto che in precedenza avevo iniziato a pubblicare qualche foto e tutti mi dicevano che avevo talento come fotografa incoraggiandomi a continuare, ho preso un corso di base in un Centro comunitario a R.d.P., ho continuato ad imparare i segreti di questo mestiere e piano piano ho avuto dei contratti nel campo della fotografia.
Ora – aggiunge – sono sette anni che faccio la fotografa. Sono sempre stata una persona creativa e dunque, anche se fare la contabile mi garantiva uno stipendio sicuro, ho scelto di seguire la mia vocazione».
Ed è proprio volendo raccontare la sua storia di immigrata al figlio che Nella ha iniziato a documentare i suoi ricordi e quelli dei suoi genitori, rammaricandosi di non aver discusso e parlato più spesso con i nonni prima della loro scomparsa. «La cultura italiana – spiega – è molto forte, ma le nuove generazioni non sono più così vicine agli anziani. Non si vive più nella stessa casa dei nonni, come si faceva un tempo, e non ci si parla più come una volta».
Da qui l’importanza di trasmettere gli ultimi ricordi di una generazione prima che si perdessero per sempre e l’idea di raccogliere le storie di altre famiglie «arrivate con quasi niente, spesso solo con una valigia». ”Una valigia”, infatti, è proprio il titolo che ha scelto per questo progetto.
L’importanza di ascoltare
Durante il suo processo artistico, la signora Sammartino incontra due o tre volte, per diverse ore, i partecipanti al progetto. «Li lascio raccontare, li riprendo in video in modo da non perdere nemmeno un dettaglio, li ascolto fino a quando hanno finito di dire tutto quello che avevano dire. Una volta a casa rifletto sul materiale raccolto da cui poi estraggo 4-5 brevi storie, cercando di immaginare quali foto possano associarsi meglio. Infine le pubblico sul mio conto Instagram e sul mio sito web.
«Il mio obiettivo – aggiunge – è di pubblicare una storia a settimana, 52 storie all’anno. Ho scelto Instagram e il web proprio per raggiungere meglio le nuove generazioni affinché sappiano che le cose non sono state sempre facili, che c’era molta miseria e che è con tanti sacrifici e tanto lavoro che i nostri predecessori hanno costruito il nostro futuro».
Dove trovare ”La valigia”
nellasammartino.com/unavaligia
@una_valigia
www.facebook.com/nellaphotographs