Il 25 settembre scorso, alla presenza di numerose personalità del mondo politico e comunitario, si è svolta la cerimonia di inaugurazione dei lavori di ristrutturazione e ingrandimento della Casa d’Italia, “storica” istituzione della nostra comunità.
«Dalla sua fondazione nel 1936 la Casa d’Italia – ha ricordato la nostra editrice Carole Gagliardi che ha presentato la cerimonia – ha svolto un ruolo preponderante nella vita sociale, comunitaria e politica della nostra comunità. È sempre stata il luogo privilegiato per i festeggiamenti e gli incontri. Oggi, dopo 20 anni di riflessioni, celebriamo la nuova “missione” della Casa d’Italia, il nuovo ruolo che questa istituzione rappresenterà in futuro come portatrice dell’eredità e della cultura italo-montrealese, da condividere con tutti i montrealesi che vorranno conoscere la nostra storia».
Dal canto suo, il presidente della Casa d’Italia Gaby Mancini, ha voluto, tra le altre cose, ricordare come la «Casa d’Italia siamo tutti noi, e sta proprio a noi continuare la sua missione che è quella di trasmettere alle generazioni future il suo patrimonio storico. La Casa d’Italia appartiene a tutti – ha aggiunto – appartiene alla comunità».
Anie Samson, sindaco dell’arrondisssement di Villeray-St-Michel-Parc-Extension ha dichiarato: «Sono contenta di essere qui con voi per il progetto di rinnovamento della Casa d’Italia, un progetto che riguarda tutti gli italiani di Montreal ma che allo stesso tempo rappresenta un esempio della multiculturalità di questo quartiere e di questa città multiculturale».
André Lavallée, vicepresidente del comitato esecutivo del Comune di Montréal, ha detto che «quello che ora sta nascendo è un progetto vero e proprio e non più solo un’idea, un sogno. Ma è anche una “visione” perché riguarda non solo il quartiere ma tutta la zona della Petite Patrie, un progetto che si inserisce in un quadro più ampio, quello di fare di questa zona un altro polo d’attrazione della nostra città: Petite Italie, mercato Jean Talon, St-Laurent, la nuova Casa d’Italia, un percorso straordinario e un circuito che valorizzerà sempre di più la città di Montreal».
Pasquale Iacobacci, direttore generale della Casa d’Italia, dopo averne ripercorso un po’ la storia (fu inaugurata il 1 novembre del 1936) ha voluto sottolineare l’importanza di questo luogo dove sono stati “concepiti” e hanno visto la luce tanti progetti come quello, ad esempio, della Fondazione Comunitaria e del del Centro Leonardo da Vinci o dove le associazioni come l’Ordine dei Figli d’Italia, hanno trovato la loro sede. «La nuova Casa – ha detto – sarà un luogo dove poter raccontare la nostra storia, dove poter raccogliere i documenti, i segni e le testimonianze di questa storia, dove questi documenti potranno essere conservati in un archivio e messi a disposizione di tutti, dove nascerà un “Ecomuseo” grazie al quale gli studenti potranno capire perché Montreal è una grande città multiculturale e perché le comunità etniche si sono così ben integrate».
Anche il ministro federale dei Lavori Pubblici Christian Paradis ha voluto portare il suo saluto e il suo incoraggiamento a questo progetto che quando sarà completato, tra un anno circa (pensando, magari, ad una inaugurazione il 1 novembre 2010), farà della Casa d’Italia un luogo speciale dopo poter continuare a raccogliere e raccontare la nostra storia.
F. I.