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15:12pm24 Marzo 2023 | mise à jour le: 24 Marzo 2023 à 15:12pmReading time: 2 minutes

Gli ambientalisti contro il Ponte sullo Stretto. Per la maggioranza, invece, è “green”

Gli ambientalisti contro il Ponte sullo Stretto. Per la maggioranza, invece, è “green”
Photo: iStockIl braccio di mare che separa la Sicilia dalla Calabria

(NoveColonneATG) Roma – Gli ambientalisti protestano, e portano diversi esempi di come si potrebbero investire diversamente i fondi: per esempio manutenzione di acquedotti e reti idriche e mobilità sostenibile. Per la maggioranza di governo invece quello del Ponte sullo Stretto, approvato in consiglio dei ministri il 16 marzo, è un progetto green.

Il decreto che rilancia il progetto del collegamento via terra tra Reggio Calabria e Messina, è di quelli dividono da decenni, ma l’accelerazione è nell’aria. Davanti alla Camera, il giorno dell’ok del Cdm, va in scena un flash mob dell’Alleanza Verdi Sinistra, l’occasione per Angelo Bonelli per sottolineare che il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini “è un irresponsabile perché chiunque conosca bene la Sicilia e la Calabria sa in che situazione versano le infrastrutture di quei territori. Ferrovie che non esistono, ponti crollati e non ricostruiti, strade nel dissesto più totale, acquedotti e depuratori che mancano o non funzionano: ecco la situazione del Sud mentre si vorrebbero spendere 10 miliardi di euro”.

E anche secondo Legambiente la vera urgenza da affrontare in un decreto-legge sarebbe “la partenza di quei cantieri per la transizione ecologica necessari per permettere ai cittadini e alle merci di muoversi in Calabria e Sicilia come in un paese civile e industrializzato e per contribuire alla lotta alla crisi climatica”. Questo, spiega l’associazione ambientalista, “oggi non è garantito né agli uni, né agli altri e non sarà certo il Ponte sullo Stretto a permetterlo. Serve una drastica cura del ferro, un potenziamento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile, con linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, percorse da treni moderni, frequenti e puntuali, e non una cattedrale nell’evidente ‘deserto della mobilità’ come il Ponte sullo stretto di Messina”.

Dall’altra parte la senatrice Tilde Minasi, leghista e originaria di Reggio Calabria, la pensa in tutt’altro modo e parla di “ambientalismo di facciata: io credo che proprio gli ambientalisti dovrebbero oggi fare una battaglia per la realizzazione del ponte, che porterà un abbattimento delle emissioni di CO2. Questo non lo dico io, non lo dice Salvini, ma lo dice uno studio di FareAmbiente”. Il riferimento della senatrice della Lega è ai dati ricordati su “La Sicilia” solo qualche giorno fa da Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, secondo i quali eliminando il traffico di quelle navi e quei traghetti che oggi fanno la spola tra le due sponde del Canale di Sicilia si risparmierebbero idrocarburi e CO2 per almeno 150mila tonnellate l’anno.

 

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