ROMA\ aise\ – Si aggrava di ora in ora il bilancio dei morti nel naufragio del barcone carico di migranti avvenuto domenica 26 febbraio sulla spiaggia di Steccato di Cutro, a Crotone. L’imbarcazione si è infranta sugli scogli a pochi metri dalla costa. Al momento i corpi ritrovati sono 59.
Incerto il numero dei migranti stipati sul caicco partito dalla Turchia: la Guardia Costiera, impegnata fin dalle prime ore nelle operazioni di ricerca dei dispersi, in una prima nota dava a bordo circa 120 migranti, ma secondo alcuni superstiti sarebbero stati molti di più.
I superstiti sono 80: 21 sono stati portati in ospedale, gli altri nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Tra le vittime anche molti bambini.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il proprio “dolore per il naufragio avanti alle coste crotonesi, nella quale hanno perso la vita decine persone e tra queste alcuni bambini. Molti tra questi migranti provenivano dall’Afghanistan e dall’Iran, fuggendo da condizioni di grande difficoltà. È una ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente”.
Nell’esprimere il cordoglio per le vittime, la vicinanza ai naufraghi – cui va assicurata un’adeguata accoglienza – e il ringraziamento ai soccorritori, si legge nella nota del Quirinale, Mattarella “sollecita un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico. È altrettanto indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive”.
Cordoglio e condanna anche dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha espresso il suo “profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. È criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del “biglietto” da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro”.
Il Governo “è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione degli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole”.
Sono oltre 25.800 dal 2014 a oggi i morti e dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, oltre 120 casi accertati solo nel 2023, tra cui molti bambini, ma resta una stima al ribasso che considera soltanto i casi segnalati o di corpi ritrovati”.
È quanto ricorda il portavoce dell’UNICEF Italia Andrea Iacomini, all’indomani del naufragio al largo delle coste della Calabria, sottolineando quanto sia “inaccettabile la morte di altri bambini nell’ennesima tragedia in mare”.
“L’UNICEF”, aggiunge Iacomini, “ribadisce che proteggere e salvare vite in mare è un inderogabile imperativo umanitario, oltre che un obbligo giuridico degli Stati in virtù del diritto internazionale consuetudinario e convenzionale