Fu adottato provvisoriamente nel 1946
ANSA
Ansa – Dopo 71 anni di provvisorietà l’Inno di Mameli, o meglio “Il canto degli Italiani”, è diventato ufficialmente l’Inno della Repubblica Italiana.
Dopo svariati tentativi nelle precedenti legislature, il Senato ha approvato, il 15 novembre scorso, definitivamente, la legge che rende ufficiale quell’inno che il Consiglio dei ministri del 12 ottobre 1946 adottò provvisoriamente.
“Su proposta del Ministro della Guerra – si legge nel verbale di quel lontano Consiglio dei ministri presieduto da Alcide De Gasperi – si è stabilito che il giuramento delle Forze Armate alla Repubblica e al suo Capo si effettui il 4 novembre p.v. e che, provvisoriamente, si adotti come inno nazionale l’inno di Mameli”.
Nulla di più definitivo del provvisorio, come spesso accade in Italia, anche perché l’Inno di Mameli entra a tutti gli effetti nell’immaginario collettivo, grazie soprattutto alla nazionale Italiana di Calcio e ai successi che un tempo elargiva. Poi nella legislatura 2001-2005 arrivano una proposta di legge ordinaria e una costituzionale, che però non vengono approvate. Lo stesso avvenne nelle due successive legislature (2006-2008 e 2008-2013). Curiosamente però una legge del 2012, nata per promuovere il senso di cittadinanza tra gli studenti, prevede che l’Inno di Mameli venga insegnato nelle scuole.
ANSA
Anche l’attuale legislatura sembrava destinata allo stesso esito e invece la Commissione Affari costituzionali della Camera in poche settimane ha approvato in sede deliberante la legge attesa da anni (di iniziativa di alcuni deputati del Pd), imitata dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, che in due settimane ha dato il sì defintivo.
“Abbiamo l’Inno” ha commentato Salvatore Torrisi, presidente della Commissione. “La Repubblica – afferma la nuova legge – riconosce il testo del ‘Canto degli italiani’ di Goffredo Mameli e lo spartito musicale originale di Michele Novaro quale proprio inno nazionale”. Ciò significa che tutte e sei le strofe del testo di Mameli costituiscono l’Inno e non solo le prime due, che tutti conoscono per motivi calcistici. E appare quasi una beffa del destino il fatto che i tifosi non possano cantare l’Inno ai mondiali di calcio per la prima volta dopo 60 anni, proprio dopo la storica approvazione della legge attesa da 71 anni.
Comunque Mameli ha avuta vita difficile anche per la concorrenza di “Va pensiero” il coro dal Nabucco di Giuseppe Verdi, che in passato la Lega propose come Inno alternativo, idea che, pur se suggestiva, fu scartata perché esso non parla di Roma come invece fa “Fratelli d’Italia”.