Il bilancio 2017 e i progetti per il 2018 del Console Generale d’Italia a Montréal Marco Riccardo Rusconi
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«L’immagine più bella di quest’anno – afferma il Console, mostrando il poster dell’evento – è stata la festa della Repubblica Italiana con il concerto di Antonello Venditti alla Stadio Saputo».
Inizia così la “panoramica” del Console Rusconi sugli avvenimenti principali di questo 2017 che si è particolarmente “distinto” per il gran numero di visite istituzionali di alto livello dall’Italia.
«È stato un anno importante – afferma – perché sono successe tante cose che hanno confermato il forte interesse che c’è in Canada per l’Italia e viceversa.
Abbiamo avuto la visita del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, la prima dopo 20 anni, a cui il sindaco di Montréal ha consegnato le chiavi della città, e l’arrivo della nave scuola Amerigo Vespucci che mancava, anch’essa, da due decenni. Sul veliero abbiamo fatto dieci serate, soprattutto per il mondo imprenditoriale locale, per promuovere l’Italia.
Poi è stata la volta della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, che ha incontrato diversi “spezzoni” della comunità italiana, i marchigiani, i ricercatori italiani, ha tenuto una “Lectio Magistralis” all’Università McGill sull’Europa e l’integrazione; ha incontrato i designers italiani venuti per il Forum mondiale del design ed ha visitato la comunità di Kahnawake per capire meglio come funziona il processo di riconciliazione con le Prime Nazioni del Canada.
Abbiamo ricevuto Maria Elena Boschi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, per un incontro con le donne italiane e italo-canadesi.
È venuta una delegazione della Regione Lombardia, guidata dal suo vicepresidente, alla quale abbiamo mostrato il “cluster” dell’industria aeronautica, comprese le aziende italiane che lavorano in questo settore come, ad esempio, la Mecaer.
Abbiamo accolto il sindaco di Bologna Virginio Merola venuto con il direttore generale della Fiera e con il vicerettore dell’Università, con una serie, quindi, di “attori” fondamentali della società civile che hanno stretto degli accordi in vari settori e vogliamo portare le aziende canadesi al “Sana” di Bologna, il più grande salone internazionale del mangiare biologico. È stato un anno di presenza istituzionale “forte”, a tutti i livelli».
Una festa popolare e di qualità
Ma il “fiore all’occhiello” del 2017 è stata la Festa della Repubblica Italiana. «Avevo – afferma – due obiettivi: il primo era quello di fare una festa inclusiva, aperta, in uno luogo, come lo stadio, popolare per eccellenza. Noi italiani siamo un popolo capace di grande generosità, quando invitiamo, invitiamo tutti, non siamo selettivi, abbiamo avuto 6000 persone, più di così non potevamo fare!
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Il secondo obiettivo era fare una festa di alta qualità e di eccellenza, perché quando ci presentiamo ci presentiamo come un Paese che fa le cose belle, eleganti, raffinate e i due elementi, festa popolare e festa di qualità, possono coesistere, l’una non esclude l’altra. Ecco quindi le Lamborghini o le Ducati ai piedi del palco, prodotti di prestigio, così come i prodotti di qualità offerti durante il ricevimento, tutti provenienti dall’Italia. Credo che siamo riusciti a raggiungere, e con successo, entrambi gli obiettivi e a lasciare un segno sulla città.
Ho sempre guardato con grande ammirazione gli irlandesi e il loro “Saint Patrick’s Day”, un evento conosciuto da tutti, in tutto il mondo. Ma gli irlandesi sono molti di meno degli italiani, l’Irlanda è un Paese più picolo dell’Italia. Vorrei che a Montréal, quando scadrà il mio mandato, nella mente collettiva dei montrealesi si possa dire: il 2 giugno è la festa degli italiani! Una festa d’impatto, perché penso che un paese e una comunità importanti come l’Italia debbano essere visibili, la nostra festa deve essere una festa di tutti perché noi italiani siamo una componente essenziale di questa città».
Musica, design e sport
«Se poi parliamo di altri eventi – prosegue il Console – vorrei sottolineare le collaborazioni con l’Opéra de Montréal, almeno un paio di opere all’anno in cartellone sono italiane, e con “Les Grands Ballets Canadiens”, il cui direttore artistico, Ivan Cavallari, è un italiano, ed il primo “Italian design day”, tenutosi nel mese di marzo. Montréal è stata nominata dall’UNESCO “Città creativa” e non è un caso che ci sia un “via vai” assai intenso tra Canada e Italia per quanto riguarda proprio il design e l’architettura.
Sul versante sportivo voglio citare il “pellegrinaggio” al Museo Gilles Villeneuve di Berthierville, organizzato in collaborazine con i Club Ferrari. Io sono nato a Milano e cresciuto a Monza, ad un km dal circuito, il suono dei motori è una cosa familiare. Avevo 10 anni quando Gilles è morto. Il pilota quebecchese, pur non avendo vinto molto come Schumacher, si è fatto apprezzare moltissimo dagli italiani per le sue qualità umane, per la sua passione. È stato una specie di “anello di congiunzione” tra l’Italia e il Quebec, una figura che ha fatto scoprire agli italiani un “pezzo” del Canada».
Rapporti con la comunità
Molti eventi di questo 2017 sono stati fatti in collaborazione con i diversi organismi della comunità italiana. Uno di questi, la Casa d’Italia, vive un momento di grande difficoltà.
«Apprezzo molto le varie forme di organizzazione della comunità italiana e sono molto rispettoso dei ruoli di tutti perché ritengo che ognuno debba fare il proprio lavoro.
Le organizzazioni sono autonome ed indipendenti rispetto al Consolato, ed è giusto che sia così. L’intesa, così come i progetti comuni, vanno costruiti giorno per giorno. L’idea che si possa “fare sistema” mi piace molto ma non ho voluto mischiarmi, perché ritengo che non sia di mia competenza, nelle faccende relative al progetto “Unitas” (il progetto di unione dei principali organismi della nostra comunità, n.d.r.) che non è andato in porto. Non voglio dare giudizi in merito ma credo tutte le inziative che vadano verso un rafforzamento delle sinergie siano da considerarsi positive e giuste.
Per quanto riguarda la Casa d’Italia credo che non bisogna drammatizzare. Il fatto che ci sia un’istituzione che abbia dei debiti non vuol dire che non possano essere ripianati. Il debito è una cosa non bella ma che si può benissimo fronteggiare quando hai davanti una comunità ricca; l’importante è fare un buon progetto e soprattutto avere un management che faccia della casa un soggetto vivo, aperto al quartiere in cui si trova, senza “dimenticare” ovviamente la sua origine italiana. Noi, come Consolato, non siamo mai stati interpellati ma siamo pronti a fare la nostra parte e, a dir la verità, la facciamo già visto che vi si sono svolti già diversi eventi da noi programmati proprio perché per noi resta un simbolo e un punto di riferimento per la comunità».
Lingua italiana
Un altro soggetto al centro del dibattito è quello dell’insegnamento della lingua italiana. «Abbiamo fatto molti passi avanti – afferma il Console – ne sono contento. Abbiamo due enti, PICAI e CESDA, che erogano corsi di lingua italiana. Tutti e due hanno avuto quest’anno i loro contributi dallo stato italiano. Il PICAI ha ricevuto 70mila euro più un’integrazione di 35mila. Il CESDA 20 mila più un contributo straordinario di 15mila euro, per un totale generale di 140mila euro, circa 210mila dollari. Ci siamo battuti molto per ottenere questo, ci siamo riusciti, l’importante era continuare a dare un servizio che reputo essenziale».
Elezioni e servizi consolari
Il prossimo anno, com’è noto, si voterà per rinnovare il Parlamento italiano. «Su questo fronte – rassicura il Console – tutto è a posto. Non ci sono contenziosi con lo stato canadese e le procedure di votazione, che avvengono tramite sistema postale, sono super sicure e affidabili. A Montréal si registra sempre il più alto tasso di partecipazione al voto di tutto il Canada. Andrà bene anche questa volta e siamo contenti che ci possano essere anche deputati e senatori “canadesi” in Italia.
In quanto ai servizi consolari credo che le cose vadano bene anche perché il registro delle lamentele … è vuoto! Abbiamo un’equipe di impiegati giovane e dinamica. Rilasciamo passaporti più velocemente che in Italia, abbiamo un sistema per sbrigare le richieste urgenti, forniamo dei servizi notarili agli iscritti all’AIRE e quando vado in giro tengo conto delle richieste della gente che affido poi ai mei impiegati. Tra di esse spesso c’è quella del riacquisto della cittadinanza italiana. È una legge molto complessa, cerchiamo di spiegare nel miglior modo possibile cosa si deve fare. Nel 2016 sono state 148 le persone che l’hanno riacquistata. Quest’anno, finora, 159. È molto bello vedere come la gente voglia riannodare questo filo sentimentale con l’Italia che un giorno si è interrotto!»
Un 2018 pieno di idee e di progetti
Se il 2017 è stato un anno ricco di avvenimenti, il 2018 – si augura il Console Marco Riccardo Rusconi – lo sarà ancora di più. «Vi sono alcuni appuntamenti che ripeteremo sicuramente, primo fra tutti la Festa della Repubblica. Stiamo già lavorando per avere un grande nome e voglio arrivare a 10.000 presenze; magari faremo un vero e proprio festival italiano, ancora più creativo e più grande!
Poi voglio lavorare con la sindaca di Montréal Valérie Plante sul versante del design e del design al femminile.
Voglio riprendere il tema della promozione della cucina e della gastronomia italiana. A parte le collaborazione con l’ITHQ, stiamo pensando di organizzare una cena italiana all’Assemblea Nazionale del Québec. Vogliamo esercitare tutto il nostro “”soft power”! Noi non siamo una potenza invasiva, siamo il paese del gusto e dello stile, del “Vivere all’italiana” (che è il nostro slogan promozionale).
Non dobbiamo dimenticare le opportunità che si presentano grazie all’accordo di libero scambio tra Canada ed Europa. Non sarà un'”invasione” di prodotti italiani – voglio rassicurare quelli che, a proposito del trattato, sono più timorosi – ma un modo di offrire al consumatore canadese più scelta e più qualità. Tra l’altro, con i prodotti italiani si possono fare benisimo anche dei piatti del Québec e i giovani possono avere a disposizione più “armi” per sviluppare meglio le loro capacità. E poi il discorso funziona anche nell’altro senso, i canadesi potranno esportare più facilmente i loro prodotti e noi siamo molto contenti di questa possibilità; tutto ciò va visto non come una concorrenza ma come un completamento.
Una cosa è certa: coloro che imitano il parmigiano dovranno togliere la bandierina italiana e indicare chiaramente la provenienza del loro prodotto.
Sosterremo ogni iniziativa che va nella direzione del “Vivere all’italiana”. Ma il “Vivere all’italiana” non si limita solo al cibo. Qui in Québec sono presenti diverse aziende italiane come, per citarne alcune, la Mapei (edilizia) o la Bracco (farmaceutica), che rappresentano, e bene, il nostro “savoir-faire” anche in campo industriale. E chi dice che un giorno, e a questo il Console può contribuire molto visto che ha il vantaggio di poter dialogare con tutti gli interlocutori, non si possano mettere insieme l’uno e l’altro presentando, ad esempio, i nuovi modelli Alfa Romeo con i nuovi prodotti di Barolo?»
La “top 5” del Console Rusconi
Il piatto preferito: “Risotto al tartufo”
Il film preferito: “Il bello il brutto il cattivo”
Le canzoni preferite. Italiana: “Alba chiara”, Vasco Rossi; straniera: “With or without you”, U2
La squadra del cuore: “L’Italia!”
Il libro preferito: “Il Nome della Rosa”, di Umberto Eco