(NoveColonneATG) Roma – Il progetto “Ospitalità Italiana” vanta ad oggi oltre 2.250 imprese che hanno ottenuto il riconoscimento del marchio, diffuso in ben 60 nazioni, di cui 27 europee e 33 extraeuropee, grazie al coinvolgimento di oltre 70 Camere di commercio italiane all’estero.
Avviato nel 2010 da Unioncamere con il supporto scientifico di Isnart (Istituto nazionale di ricerche turistiche) per garantire al consumatore standard qualitativi sulle imprese ricettive e ristorative certificate, con l’obiettivo di promuovere e sostenere i prodotti, il servizio e lo stile italiano nel mondo, il marchio identifica e valorizza gli esercizi che fanno della qualità e del Made in Italy gli elementi cardine della propria attività. Secondo gli ultimi dati disponibili i ristoranti e le pizzerie gestite da italiani all’estero sono 72mila con un fatturato di oltre 27 miliardi di euro l’anno.
Tra gli obiettivi del progetto vi è anche l’ambizione di contribuire a contrastare, attraverso formazione ed educazione ai consumatori, il fenomeno dell’Italian sounding – l’imitazione dei prodotti agroalimentari del nostro Paese – che genera danni rilevantissimi alla nostra economia.
Il riconoscimento del marchio “Ospitalità Italiana” è soggetto a verifiche periodiche, svolte con il supporto delle Camere di commercio italiane all’estero, al fine di garantire l’efficacia e il valore del marchio e il rispetto dei requisiti necessari al suo riconoscimento. “Sono convinto che il Marchio Ospitalità Italiana – ha affermato in una nota Roberto Di Vincenzo, presidente di Isnart – possa sostenere i nostri operatori all’estero a veicolare l’unicità e l’autenticità del Made in Italy, a dispetto degli innumerevoli tentativi di imitazione dei nostri prodotti e della nostra tradizione, rafforzando contestualmente l’export dei nostri prodotti, anche di nicchia”.
Il progetto è nato in collaborazione istituzionale con Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Ministero delle Imprese e Made in Italy, Ministero del Turismo, Ministero della Cultura e Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.